martedì 19 aprile 2011

Visita a Cefalù

Duomo di Cefalù

Nella notte di Natale del 1130 Ruggero II d’Altavilla (figlio di Ruggero il Gran Conte) si fa incoronare primo Re di Sicilia. Viene creato il primo grande stato unitario italiano post-imperiale: il Regnum Siciliae. Egli ha capitale a Palermo e regna su parte dell’Abruzzo, su Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, sulle coste dell’Ifriqiya (attuale Tunisia) ed ha, inoltre il controllo del canale d’Otranto.
Dopo Ruggero II regneranno Guglielmo I, Guglielmo II e, brevemente, Tancredi. Alla dinastia Altavilla, nel 1194, subentrerà la dinastia Hohenstaufen. Ma, per tutto il XII secolo il centro politico del Regnum rimarrà in Sicilia. L’isola viene trasformata, nel corso di questo secolo, in un immenso cantiere edile. Vengono chiamati mosaicisti, carpentieri, scalpellini, intarsiatori del marmo e del legno da tutte le province di questo Regno cosmopolita ed intercontinentale che è già un impero, ed anche da altri stati.

La prima grande realizzazione dell’epoca del Regno è la costruzione della cattedrale di Cefalù. La posa della prima pietra del gigantesco Duomo cefaludese avvenne il giorno di Pentecoste del 1131 - per volere di Ruggero II - e si presume sia stato portato a termine soltanto fra il 1166 ed il 1170. Egli l’aveva concepito come mausoleo per sé e, forse, per i suoi discendenti destinandolo ad accogliere le sepolture regali. Infatti, nel 1145, fece collocare nel coro della chiesa due sarcofagi in porfido, marmo riservato alla dignità degli Imperatori di Costantinopoli. Queste grandi arche - fra le più pregevoli opere di scultura del XII secolo - non accolsero mai le sue spoglie che furono inumate, invece, nella cattedrale di Palermo. Successivamente, nel 1215, Federico II fece traslare i sarcofagi a Palermo.




Il Duomo occupa una posizione isolata rispetto al centro urbano ed ha per sfondo la Rocca di Cefalù - possente formazione rocciosa - che mette in evidenza la maestosità delle sue architetture. La chiesa è preceduta da un ampio sagrato che si eleva sul livello della piazza ed al quale si accede per mezzo di una scalinata realizzata con blocchi squadrati di pietra calcarea (la cosiddetta “lumachella”, materiale proveniente dalla stessa Rocca). La facciata della Cattedrale è incastonata tra due alti campanili che, per la loro mole, somigliano più a torri di difesa, essendo costituiti da un alto blocco parallelepipedo a base quadrata - senza cornici intermedie - che continua con un blocco terminale più piccolo, posto in rientranza e coronato da cuspide. Al centro, tra i due campanili e sotto il portico, si apre la «Porta Regum», con un bellissimo portale a cinque ghiere concentriche riccamente scolpite.








L’esterno del Duomo denuncia gli elementi delle varie fasi di realizzazione; di grande rilievo storico-architettonico è il prospetto absidale del Duomo; esso evidenzia le interruzioni, le riprese ed i mutamenti subiti dal progetto. Dal punto di vista volumetrico, la chiesa ed in particolare il transetto non mostrano le proporzioni spaziali che caratterizzano l’architettura siciliana del XII secolo, ma il netto contrasto delle masse crea un evidente richiamo all’architettura anglo e franco normanna del XII secolo. La modifica del progetto originario, con la riduzione dell’altezza inizialmente prevista, provocò un cambiamento totale nella realizzazione del corpo longitudinale della basilica. All’interno questo contrasto tra la pianta grandiosa del transetto ed il corpo longitudinale, tanto più basso, è chiaramente visibile in corrispondenza dell’arco trionfale.







Chi entra nel Duomo dal portale principale posto tra le due torri campanarie, si trova nella navata centrale di una basilica, divisa in tre navate da otto colonne di granito (eccezion fatta per la prima che è di marmo cipollino), con capitelli classici e bizantini su cui si impostano, su alti piedritti, archi a sesto acuto.




Da un lato e dall’altro della navata centrale, al di sopra degli archi, si eleva la liscia parete superiore, con le finestre ciascuna in asse con le sottostanti arcate. Sia la navata centrale che quelle laterali, hanno una copertura a tetto, con travature a vista; nelle travi, su di un fondale a stelle e disegni geometrici, sono dipinti, oltre a scene di danza, di musica e di lotta, animali ed esseri ibridi. Ma è quando si arriva all’ampio transetto che sono chiaramente visibili i segni delle varianti apportate alla primitiva idea progettuale della chiesa; esso infatti presenta un doppio arco trionfale, di cui quello più esterno fu concepito anteriormente per la basilica di dimensioni maggiori, ma mai realizzata. Proprio in questo punto si può chiaramente notare il mancato nesso tra la navata principale e la parte absidale. E’ comunque certo che il transetto è la parte più importante di tutto l’intero edificio, in quanto conserva la maestosa disposizione, originariamente progettata. Nelle due cappelle laterali che comunicano con il presbiterio, sono pochi gli elementi architettonici originari superstiti, in quanto ambedue in periodo barocco furono ricoperte da stucchi.





Il fulcro della spazialità interna è rappresentato dalla parte sommitale dell’abside; il dolce e divino sguardo del Cristo Pantocrator accoglie il visitatore della basilica (part. Mano destra – part. Evangeliario). Alla stessa maniera che nella Cappella Palatina e nella Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio, anche nell’abside del Duomo di Cefalù le figure che compongono la decorazione sono sistemate secondo i canoni di una gerarchia liturgica. In relazione con l’impianto basilicale, il «Pantocrator» domina dall’alto dell’abside, gli angeli e gli arcangeli occupano la parte più alta della decorazione della superficie absidale e la volta; i Profeti che annunziarono l’avvento del Cristo, si trovano nelle parti più alte delle pareti laterali, mentre gli Evangelisti e gli Apostoli, subito dopo la Vergine; negli ordini più bassi della decorazione parietale vi sono i Santi ed i Dottori. Le figure dell’abside e della volta sono accompagnate da iscrizioni in greco, e quelle delle pareti da iscrizioni in latino, ad eccezione della fascia più bassa della parete destra dove i santi Nicolò, Basilio, Giovanni Crisostomo e Gregorio hanno iscrizioni in greco.



Dall’interno del Duomo, attraverso una porta che si apre all’inizio della parete della navata sinistra, si scende al chiostro annesso al lato settentrionale della chiesa. Il chiostro quadrangolare era costituito originariamente da semplici file di colonne binate che sorreggevano archi ogivali e poggiavano su un basamento continuo. In esso, come poi sarà ripreso nel chiostro di Monreale (il chiostro di Cefalù è stato anche nei dettagli modello e fonte di ispirazione per quello di Monreale) è presente la soluzione della fonte angolare. I fusti delle colonne sono prevalentemente lisci, ma di tanto in tanto si incontrano anche esemplari diversi: fusti con decorazioni a zig-zag e fusti decorati con racemi ed elementi figurati.
Il Duomo di Cefalù va dunque guardato alla luce del grande desiderio e della fervida devozione di Ruggero. Si tratta di un monumento dove confluiscono tutte le esperienze artistiche europee più antiche e più mature e che rimane come documento indiscusso dell’altezza e della forza espressiva della cultura medievale siciliana. La commistione degli stili in esso presente rispecchia la vera natura dell’edificio; Cefalù, infatti, doveva rappresentare l’autorità regia in riferimento a tutte le componenti del Regnum: quella latina, quella greca e quella magrebina. A partite dalla proclamazione del Regno i cantieri per la costruzione di edifici chiesastici e monastici si moltiplicano investendo l’intero territorio dell'Isola.













http://www.mec-carmel.org/index.php/Arte-cristiana/il-duomo-di-cefalu.html

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