lunedì 25 aprile 2011
venerdì 22 aprile 2011
Pablo Picasso Biography
Per i miei alunni del corso di storia dell'arte in inglese
"Every child is an artist. The problem is how to remain an artist once he grows up." ~ Pablo Picasso
"Every child is an artist. The problem is how to remain an artist once he grows up." ~ Pablo Picasso
(Pablo Ruiz y Picasso), 1881-1973, Spanish painter, sculptor, graphic artist, and ceramicist who worked in France; the foremost figure in 20th-century art. Leader of the School of Paris, he was remarkable for his technical virtuosity, incredible originality, and prolificacy. Admitted to the Royal Academy of Barcelona at 15, he later moved to Paris, where he remained until 1947, then moving to the South of France.
His early works, e.g., Old Woman (1901; Philadelphia Museum Art), show the influence of Toulouse-Lautrec. His production is usually described in series of overlapping periods. In his melancholy blue period such works as The Old Guitarist (1903; Art Institute, Chicago) depicted, in blue tones, the world of the poor. His rose period is characterized by a lighter palette and subjects from the circus.
In 1907, Picasso painted Les Demoiselles d'Avignon (Museum of Modern Art, N.Y.C.), the most significant work in the development of "Cubism" and abstraction, and a forerunner of analytic cubism. In the synthetic phase of cubism (after 1912), his forms became larger and more representational, as in The Three Musicians (1921; Museum of Modern Art, N.Y.C.). In the 1920s he also introduced "collage".
His second landmark work was Guernica (Reina Sofía, MadridCentro de Arte Reina Sofía), an impassioned condemnation of war and fascism. In his later years, Picasso turned to creations of fantasy and comic invention. Working consistently in sculpture, ceramics, and the graphic arts, he continued to explore his personal vision until his death at 91.
martedì 19 aprile 2011
Visita a Cefalù
Duomo di Cefalù
Nella notte di Natale del 1130 Ruggero II d’Altavilla (figlio di Ruggero il Gran Conte) si fa incoronare primo Re di Sicilia. Viene creato il primo grande stato unitario italiano post-imperiale: il Regnum Siciliae. Egli ha capitale a Palermo e regna su parte dell’Abruzzo, su Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, sulle coste dell’Ifriqiya (attuale Tunisia) ed ha, inoltre il controllo del canale d’Otranto.
Dopo Ruggero II regneranno Guglielmo I, Guglielmo II e, brevemente, Tancredi. Alla dinastia Altavilla, nel 1194, subentrerà la dinastia Hohenstaufen. Ma, per tutto il XII secolo il centro politico del Regnum rimarrà in Sicilia. L’isola viene trasformata, nel corso di questo secolo, in un immenso cantiere edile. Vengono chiamati mosaicisti, carpentieri, scalpellini, intarsiatori del marmo e del legno da tutte le province di questo Regno cosmopolita ed intercontinentale che è già un impero, ed anche da altri stati.
La prima grande realizzazione dell’epoca del Regno è la costruzione della cattedrale di Cefalù. La posa della prima pietra del gigantesco Duomo cefaludese avvenne il giorno di Pentecoste del 1131 - per volere di Ruggero II - e si presume sia stato portato a termine soltanto fra il 1166 ed il 1170. Egli l’aveva concepito come mausoleo per sé e, forse, per i suoi discendenti destinandolo ad accogliere le sepolture regali. Infatti, nel 1145, fece collocare nel coro della chiesa due sarcofagi in porfido, marmo riservato alla dignità degli Imperatori di Costantinopoli. Queste grandi arche - fra le più pregevoli opere di scultura del XII secolo - non accolsero mai le sue spoglie che furono inumate, invece, nella cattedrale di Palermo. Successivamente, nel 1215, Federico II fece traslare i sarcofagi a Palermo.
Il Duomo occupa una posizione isolata rispetto al centro urbano ed ha per sfondo la Rocca di Cefalù - possente formazione rocciosa - che mette in evidenza la maestosità delle sue architetture. La chiesa è preceduta da un ampio sagrato che si eleva sul livello della piazza ed al quale si accede per mezzo di una scalinata realizzata con blocchi squadrati di pietra calcarea (la cosiddetta “lumachella”, materiale proveniente dalla stessa Rocca). La facciata della Cattedrale è incastonata tra due alti campanili che, per la loro mole, somigliano più a torri di difesa, essendo costituiti da un alto blocco parallelepipedo a base quadrata - senza cornici intermedie - che continua con un blocco terminale più piccolo, posto in rientranza e coronato da cuspide. Al centro, tra i due campanili e sotto il portico, si apre la «Porta Regum», con un bellissimo portale a cinque ghiere concentriche riccamente scolpite.
L’esterno del Duomo denuncia gli elementi delle varie fasi di realizzazione; di grande rilievo storico-architettonico è il prospetto absidale del Duomo; esso evidenzia le interruzioni, le riprese ed i mutamenti subiti dal progetto. Dal punto di vista volumetrico, la chiesa ed in particolare il transetto non mostrano le proporzioni spaziali che caratterizzano l’architettura siciliana del XII secolo, ma il netto contrasto delle masse crea un evidente richiamo all’architettura anglo e franco normanna del XII secolo. La modifica del progetto originario, con la riduzione dell’altezza inizialmente prevista, provocò un cambiamento totale nella realizzazione del corpo longitudinale della basilica. All’interno questo contrasto tra la pianta grandiosa del transetto ed il corpo longitudinale, tanto più basso, è chiaramente visibile in corrispondenza dell’arco trionfale.
Chi entra nel Duomo dal portale principale posto tra le due torri campanarie, si trova nella navata centrale di una basilica, divisa in tre navate da otto colonne di granito (eccezion fatta per la prima che è di marmo cipollino), con capitelli classici e bizantini su cui si impostano, su alti piedritti, archi a sesto acuto.
Da un lato e dall’altro della navata centrale, al di sopra degli archi, si eleva la liscia parete superiore, con le finestre ciascuna in asse con le sottostanti arcate. Sia la navata centrale che quelle laterali, hanno una copertura a tetto, con travature a vista; nelle travi, su di un fondale a stelle e disegni geometrici, sono dipinti, oltre a scene di danza, di musica e di lotta, animali ed esseri ibridi. Ma è quando si arriva all’ampio transetto che sono chiaramente visibili i segni delle varianti apportate alla primitiva idea progettuale della chiesa; esso infatti presenta un doppio arco trionfale, di cui quello più esterno fu concepito anteriormente per la basilica di dimensioni maggiori, ma mai realizzata. Proprio in questo punto si può chiaramente notare il mancato nesso tra la navata principale e la parte absidale. E’ comunque certo che il transetto è la parte più importante di tutto l’intero edificio, in quanto conserva la maestosa disposizione, originariamente progettata. Nelle due cappelle laterali che comunicano con il presbiterio, sono pochi gli elementi architettonici originari superstiti, in quanto ambedue in periodo barocco furono ricoperte da stucchi.
Il fulcro della spazialità interna è rappresentato dalla parte sommitale dell’abside; il dolce e divino sguardo del Cristo Pantocrator accoglie il visitatore della basilica (part. Mano destra – part. Evangeliario). Alla stessa maniera che nella Cappella Palatina e nella Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio, anche nell’abside del Duomo di Cefalù le figure che compongono la decorazione sono sistemate secondo i canoni di una gerarchia liturgica. In relazione con l’impianto basilicale, il «Pantocrator» domina dall’alto dell’abside, gli angeli e gli arcangeli occupano la parte più alta della decorazione della superficie absidale e la volta; i Profeti che annunziarono l’avvento del Cristo, si trovano nelle parti più alte delle pareti laterali, mentre gli Evangelisti e gli Apostoli, subito dopo la Vergine; negli ordini più bassi della decorazione parietale vi sono i Santi ed i Dottori. Le figure dell’abside e della volta sono accompagnate da iscrizioni in greco, e quelle delle pareti da iscrizioni in latino, ad eccezione della fascia più bassa della parete destra dove i santi Nicolò, Basilio, Giovanni Crisostomo e Gregorio hanno iscrizioni in greco.
Dall’interno del Duomo, attraverso una porta che si apre all’inizio della parete della navata sinistra, si scende al chiostro annesso al lato settentrionale della chiesa. Il chiostro quadrangolare era costituito originariamente da semplici file di colonne binate che sorreggevano archi ogivali e poggiavano su un basamento continuo. In esso, come poi sarà ripreso nel chiostro di Monreale (il chiostro di Cefalù è stato anche nei dettagli modello e fonte di ispirazione per quello di Monreale) è presente la soluzione della fonte angolare. I fusti delle colonne sono prevalentemente lisci, ma di tanto in tanto si incontrano anche esemplari diversi: fusti con decorazioni a zig-zag e fusti decorati con racemi ed elementi figurati.
Il Duomo di Cefalù va dunque guardato alla luce del grande desiderio e della fervida devozione di Ruggero. Si tratta di un monumento dove confluiscono tutte le esperienze artistiche europee più antiche e più mature e che rimane come documento indiscusso dell’altezza e della forza espressiva della cultura medievale siciliana. La commistione degli stili in esso presente rispecchia la vera natura dell’edificio; Cefalù, infatti, doveva rappresentare l’autorità regia in riferimento a tutte le componenti del Regnum: quella latina, quella greca e quella magrebina. A partite dalla proclamazione del Regno i cantieri per la costruzione di edifici chiesastici e monastici si moltiplicano investendo l’intero territorio dell'Isola.
La prima grande realizzazione dell’epoca del Regno è la costruzione della cattedrale di Cefalù. La posa della prima pietra del gigantesco Duomo cefaludese avvenne il giorno di Pentecoste del 1131 - per volere di Ruggero II - e si presume sia stato portato a termine soltanto fra il 1166 ed il 1170. Egli l’aveva concepito come mausoleo per sé e, forse, per i suoi discendenti destinandolo ad accogliere le sepolture regali. Infatti, nel 1145, fece collocare nel coro della chiesa due sarcofagi in porfido, marmo riservato alla dignità degli Imperatori di Costantinopoli. Queste grandi arche - fra le più pregevoli opere di scultura del XII secolo - non accolsero mai le sue spoglie che furono inumate, invece, nella cattedrale di Palermo. Successivamente, nel 1215, Federico II fece traslare i sarcofagi a Palermo.
Il Duomo occupa una posizione isolata rispetto al centro urbano ed ha per sfondo la Rocca di Cefalù - possente formazione rocciosa - che mette in evidenza la maestosità delle sue architetture. La chiesa è preceduta da un ampio sagrato che si eleva sul livello della piazza ed al quale si accede per mezzo di una scalinata realizzata con blocchi squadrati di pietra calcarea (la cosiddetta “lumachella”, materiale proveniente dalla stessa Rocca). La facciata della Cattedrale è incastonata tra due alti campanili che, per la loro mole, somigliano più a torri di difesa, essendo costituiti da un alto blocco parallelepipedo a base quadrata - senza cornici intermedie - che continua con un blocco terminale più piccolo, posto in rientranza e coronato da cuspide. Al centro, tra i due campanili e sotto il portico, si apre la «Porta Regum», con un bellissimo portale a cinque ghiere concentriche riccamente scolpite.
L’esterno del Duomo denuncia gli elementi delle varie fasi di realizzazione; di grande rilievo storico-architettonico è il prospetto absidale del Duomo; esso evidenzia le interruzioni, le riprese ed i mutamenti subiti dal progetto. Dal punto di vista volumetrico, la chiesa ed in particolare il transetto non mostrano le proporzioni spaziali che caratterizzano l’architettura siciliana del XII secolo, ma il netto contrasto delle masse crea un evidente richiamo all’architettura anglo e franco normanna del XII secolo. La modifica del progetto originario, con la riduzione dell’altezza inizialmente prevista, provocò un cambiamento totale nella realizzazione del corpo longitudinale della basilica. All’interno questo contrasto tra la pianta grandiosa del transetto ed il corpo longitudinale, tanto più basso, è chiaramente visibile in corrispondenza dell’arco trionfale.
Chi entra nel Duomo dal portale principale posto tra le due torri campanarie, si trova nella navata centrale di una basilica, divisa in tre navate da otto colonne di granito (eccezion fatta per la prima che è di marmo cipollino), con capitelli classici e bizantini su cui si impostano, su alti piedritti, archi a sesto acuto.
Da un lato e dall’altro della navata centrale, al di sopra degli archi, si eleva la liscia parete superiore, con le finestre ciascuna in asse con le sottostanti arcate. Sia la navata centrale che quelle laterali, hanno una copertura a tetto, con travature a vista; nelle travi, su di un fondale a stelle e disegni geometrici, sono dipinti, oltre a scene di danza, di musica e di lotta, animali ed esseri ibridi. Ma è quando si arriva all’ampio transetto che sono chiaramente visibili i segni delle varianti apportate alla primitiva idea progettuale della chiesa; esso infatti presenta un doppio arco trionfale, di cui quello più esterno fu concepito anteriormente per la basilica di dimensioni maggiori, ma mai realizzata. Proprio in questo punto si può chiaramente notare il mancato nesso tra la navata principale e la parte absidale. E’ comunque certo che il transetto è la parte più importante di tutto l’intero edificio, in quanto conserva la maestosa disposizione, originariamente progettata. Nelle due cappelle laterali che comunicano con il presbiterio, sono pochi gli elementi architettonici originari superstiti, in quanto ambedue in periodo barocco furono ricoperte da stucchi.
Il fulcro della spazialità interna è rappresentato dalla parte sommitale dell’abside; il dolce e divino sguardo del Cristo Pantocrator accoglie il visitatore della basilica (part. Mano destra – part. Evangeliario). Alla stessa maniera che nella Cappella Palatina e nella Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio, anche nell’abside del Duomo di Cefalù le figure che compongono la decorazione sono sistemate secondo i canoni di una gerarchia liturgica. In relazione con l’impianto basilicale, il «Pantocrator» domina dall’alto dell’abside, gli angeli e gli arcangeli occupano la parte più alta della decorazione della superficie absidale e la volta; i Profeti che annunziarono l’avvento del Cristo, si trovano nelle parti più alte delle pareti laterali, mentre gli Evangelisti e gli Apostoli, subito dopo la Vergine; negli ordini più bassi della decorazione parietale vi sono i Santi ed i Dottori. Le figure dell’abside e della volta sono accompagnate da iscrizioni in greco, e quelle delle pareti da iscrizioni in latino, ad eccezione della fascia più bassa della parete destra dove i santi Nicolò, Basilio, Giovanni Crisostomo e Gregorio hanno iscrizioni in greco.
Dall’interno del Duomo, attraverso una porta che si apre all’inizio della parete della navata sinistra, si scende al chiostro annesso al lato settentrionale della chiesa. Il chiostro quadrangolare era costituito originariamente da semplici file di colonne binate che sorreggevano archi ogivali e poggiavano su un basamento continuo. In esso, come poi sarà ripreso nel chiostro di Monreale (il chiostro di Cefalù è stato anche nei dettagli modello e fonte di ispirazione per quello di Monreale) è presente la soluzione della fonte angolare. I fusti delle colonne sono prevalentemente lisci, ma di tanto in tanto si incontrano anche esemplari diversi: fusti con decorazioni a zig-zag e fusti decorati con racemi ed elementi figurati.
Il Duomo di Cefalù va dunque guardato alla luce del grande desiderio e della fervida devozione di Ruggero. Si tratta di un monumento dove confluiscono tutte le esperienze artistiche europee più antiche e più mature e che rimane come documento indiscusso dell’altezza e della forza espressiva della cultura medievale siciliana. La commistione degli stili in esso presente rispecchia la vera natura dell’edificio; Cefalù, infatti, doveva rappresentare l’autorità regia in riferimento a tutte le componenti del Regnum: quella latina, quella greca e quella magrebina. A partite dalla proclamazione del Regno i cantieri per la costruzione di edifici chiesastici e monastici si moltiplicano investendo l’intero territorio dell'Isola.
http://www.mec-carmel.org/index.php/Arte-cristiana/il-duomo-di-cefalu.html
sabato 16 aprile 2011
Per i miei alunni del corso di storia dell'arte in inglese.
CUBISM - Pablo Picasso
http://www.ibiblio.org/wm/paint/tl/20th/cubism.html
http://www.tate.org.uk/collections/glossary/definition.jsp?entryId=80
http://www.metmuseum.org/toah/hd/cube/hd_cube.htm
CUBISM
The development of cubism can be attributed to two men, George Braque and Pablo Picasso. They worked side by side in the same studio during their cubist period, and their work was almost indistinguishable. For now, I will consider the development of the much more famous (and prolific) artist, Picasso.
Pablo Picasso
(Spanish, 1881-1973)
Self Portrait 1899-1900 | Self Portrait, cubist period |
Blue Period:
La Vie 1903 | Old Guitarrist 1904 | Woman with Crow 1904 |
Pablo Picasso was trained to paint by his father from a very young age, and absorbed his influence as well as that of the traditions of Spanish art. By his early 20s, he had moved to Paris, and quickly changed his earth-toned colors to a palette which was more emotionally expressive. His first truly original works were those of his Blue period. The young artist was facing some difficult times after the death of his closest friend, and was also experiencing financial troubles during his first years in Paris. His paintings of this time were created in predominantly blue tones, and the images were of immaciated people who look like they are down on their luck. Despite this, the paintings achieve a sense of mystery, and these are some of his most poetic images.
Rose Period:
Circus Acrobats and Ape 1905 | Girl with Fan 1905 |
His blue period only lasted a few years, and was quickly supplanted with brighter colors when the artist's life circumstances improved. Collectors started to buy his works, so he was less financially worried. Also, he is believed to have fallen in love at this time. Historians call this his Rose period because of the pinks and reds that started to appear in his works at this time. For some reason, the lives of carnival people was one of the subjects that was common in these paintings.
Early Cubist Period:
Les Demoiselles de Avignon, 1907 |
Les Demoiselles de Avignon was Picasso's earliest work which broke dramatically from his figurative and poetic works of the first part of his life. The painting relates directly to the prostitution district of Paris. The women's facial features disintegrate into primitive masks, and their bodies are so hard-edged that it looks as if it would cut you if you touched them. At this time, Picasso was increasingly influenced by the raw expressive power of African and Oceanic tribal arts. The women are simultaneously seductive and horrifying. It would take a while before this work would become acceptable to even the most progressive members of artistic circles. But this was the painting that changed everything for Picasso.
Still Life with Death's Head 1907 | Bread, Fruit and Table 1908 |
By 1907, a collaboration between Pablo Picasso and Georges Braque was beginning. The two artists worked side by side, both experimenting with a system which sought to totally flatten space. One of the primary goals of cubism was to depart from the traditional understanding of perspective and spacial cues. Their early experiments with the style uses extremely bright colors, hard edged forms, and flattened space. Though previous art movements (Impressionism and Post Impressionism) began to evolve into flatter forms, Picasso and Braque were more radical in their approach. German Expressionism and Fauvism were going on simultaneously, and the works of those artists also tended towards flattened pictorial space. A primary difference between Cubism and those movements is that Cubism is based much less on the expression of emotion than it is an intellectual experiment with structure. A specific artist that inspired Picasso's and Braque's early experiments with this flattened space was Paul Cezanne, whose canvases tended to defy the logic of space and gravity. The cubists push the distortion just a little farther, and there are extreme similarities between the two artists' works.
Picasso: Landscape with Bridge 1909 | Braque: Houses at La Estaque 1909 |
Picasso: Houses with Trees 1907 | Picasso: Reservoir Horta 1909 |
Analytical Cubism:
The Mandolin 1910 | Braque, Violin | Ambroise Voilard 1910 |
After 1909, Picasso and Braque began a more systematic study of structure which we know as "Analytical Cubism". In this period, they removed bright colors from their compositions, favoring monochromatic earth tones so that they could focus primarily on the structure. The paintings of this period look as if they have deconstructed objects and rearranged them on the canvas. One goal of this is to depict different viewpoints simultaneously. Traditionally, an object is always viewed from one specific viewpoint and at one specific (stopped) moment in time. Picasso and Braque felt that this was too limiting, and desired to represent an object as if they are viewing it from several angles or at different moments in time. Innovative as this was, the danger was that many of the works of this period are completely incomprehensible to the viewer, as they start to lose all sense of form.
Synthetic Cubism:
Still Life with Chair Cane 1912 | Guitar, Sheet Music and Glass 1912 |
After the artists had grown tired of the Analytical period, they began to develop what is known as the Synthetic period. Picasso and Braque continue to introduce new and controversial changes with the introduction of collaged objects into their paintings. Still Life with Chair Cane was one of the first of these experiments, and integrates chair caning with the paint, framed with a length of rope. Guitar, Sheet Music and Glass includes various collaged papers: wall paper, a page of sheet music, a drawing of an abstracted glass, and a newspaper clipping. Incidentally, this clipping includes the headline, "The battle has begun" (in French), which refers the revolution of representation the artists are achieving by introducing objects of the real world into their "paintings". It truly was a revolution which would change the face of modern art for many years to come.
NeoClassical Period(Between the Wars)
The Lovers 1923 | Mother and Child on the Seashore 1921 |
Picasso cannot be accused of sticking to one style for too long, so if you don't happen to like his cubist period, other images are perhaps more pleasing to a general public. The collaboration between Picasso and Braque was ended by the First World War. After this, Picasso reverted to a more Classicist mode of representation. It is believed that he did this as a reaction to society's disillusionment and shock from the horrors of the war. Perhaps, in its own way, it was a way of returning his own psyche to a state of order and peace. Whatever the reason, this was not a final stage in Picasso's career. He soon continued to produce cubist works again, always finding new ways to express himself with the style.
Later Works:
Dream, 1932 | Girl Before a Mirror 1932 |
Picasso's later cubist works introduce more color and pattern than his experimental earlier period. These are some of my favorite paintings by Picasso. It is my belief that, at this point, Picasso and Matisse were influencing each other in their works. The two artists are described as having "a friendly rivalry".
Guernica, 1937
In 1937, Nazi bombers destroyed the Spanish Basque town of Guernica, mercilessly killing 1600 unprotected citizens. The Spanish general, Francisco Franco agreed to let the Nazis do this in exchange for military aid in the Spanish Civil War. Picasso's reaction of horror to the brutal event stimulated his symbolic depiction of "Guernica". Here he returns to a monochromatic palette in an attempt to suggest the bleakness of the tragedy, in which 16 miles surrounding surrounding the entire city was annihilated. Picasso's disturbing painting about the victims of this senseless act is his cry of protest.
Many other paintings from this period reflect the horror of war, but there is a consistent depiction of personal interest as well. The women in Picasso's life had a major impact on his artistic production, and some of the best examples are from this period. His affection as well as his sometimes terrible treatment of women was treated in a recent movie called "Surviving Picasso". The screenplay was developed from a book written by the only woman to leave Picasso.
Portrait of JR with Roses, 1954 |
Dora Maar, Sitting 1939 |
http://www.ibiblio.org/wm/paint/tl/20th/cubism.html
http://www.tate.org.uk/collections/glossary/definition.jsp?entryId=80
http://www.metmuseum.org/toah/hd/cube/hd_cube.htm
http://www.robinurton.com/history/cubism.html
http://www.arthistoryarchive.com/arthistory/cubism/
giovedì 14 aprile 2011
IL CUBISMO.
IL CUBISMO
COORDINATE STORICHE, SCIENTIFICHE E CULTURALI DELLA SITUAZIONE EUROPEA NEI PRIMI DECENNI DEL NOVECENTO.
La necessità di conquistare nuovi mercati e di ridisegnare i confini europei, in funzione delle mutate esigenze economiche e politiche, crea le premesse per la prima guerra mondiale, che sancirà definitivamente la fine della belle époque, il crollo degli imperi centrali di Prussia e di Austria-Ungheria e il primo affacciarsi sulla scena internazionale della nascente potenza degli Stati Uniti d’America.
Gli studi che in quegli anni Sigmund Freud stava compiendo sulla psicoanalisi, scoperchiando per la prima volta il mondo che ciascuno di noi ha nel proprio subconscio e che a volte riesce a manifestarsi solo attraverso i nostri sogni o i nostri desideri repressi, contribuiscono ad aprire ulteriori orizzonti di ricerca.
Sul piano della ricerca scientifica le elaborazioni teoriche che Albert Einstein stava maturando tra il 1905 e il 1913, teoria della Relatività ristretta e teoria della Relatività generale, dimostravano che spazio e tempo non sono entità assolute, tra loro distinte e indipendenti.
Secondo le riflessioni del filosofo francese Henri Bergson, l’energia fondamentale che muove l’universo è quella che egli definisce slancio vitale e consiste in un irresistibile impulso a creare forme e situazioni sempre nuove e imprevedibili.
Poiché i nuovi orizzonti della medicina, della scienza e del pensiero filosofico fanno intravedere infinite altre realtà parallele a quella che, fino ad allora, si presumeva essere unica e assoluta, anche l’arte si apre a un universo di ricerche e di sperimentazioni.
I pittori cubisti non imitano la realtà come facevano gli Impressionisti, essi si sforzano di costruire una realtà nuova e diversa, non necessariamente simile a quella che tutti conosciamo anche se spesso ad essa parallela.
Pablo Picasso
Ritratto di Signora
La realtà cubista comprende anche il fattore tempo. Il pittore cubista si figura di ruotare fra le mani l’oggetto da rappresentare o, se si tratta di una persona, di girarle intorno. In questo modo egli non coglie più un solo aspetto, ma ne percepisce diversi in successione. E poiché per poter assumer punti di vista diversi occorre muoversi, si impiega del tempo, ecco che la variabile temporale fa per la prima volta il suo ingresso in pittura, consentendo di rappresentare contemporaneamente momenti diversi di una medesima scena.
Il Cubismo è un modo di interpretare la realtà attraverso l’analisi dei rapporti spazio temporali. Il Cubismo è un movimento artistico tipicamente novecentesco, in esso convergono temi specifici del tempo, della frammentazione della realtà alla continuità dinamica del movimento.
L’arte cubista frantuma definitivamente quell’unitarietà della visione prospettica che, maturata a partire del Rinascimento, ha di fatto costituito per oltre mezzo millennio l’elemento centrale di ogni rappresentazione pittorica.
Pablo Picasso
I tre musici
Il nome del movimento deriva dall’uso cubista di scomporre la realtà in piani e volumi elementari. La data di inizio del Cubismo si fa convenzionalmente risalire al 1907, anno nel quale Picasso dipinge Les demoiselles d’Avignon. Il periodo di massimo splendore del movimento inizia però qualche tempo dopo, intorno al 1909.
Pablo Picasso
Les demoiselles d’Avignon
E’ il momento del cosiddetto “Cubismo analitico” , consistente nello scomporre i semplici oggetti dell’esperienza quotidiana secondo i principali piani che li compongono. Tali piani, variamente ruotati, incastrati e sovrapposti, vengono poi distesi e ricomposti sulla tela.
Pablo Picasso
Violino e brocca
Tra il 1912 e il 1913 Braque e Picasso indirizzano le loro ricerche verso una ricomposizione degli oggetti precedentemente frammentati in oggetti nuovi e spesso fantastici che, pur mantenendo qualche analogia con quelli originali, vivono una realtà autonoma, caratterizzata dall’uso di colori brillanti e volutamente non verosimili. E’ la fase del “Cubismo sintetico” nella quale l’artista crea forme che non hanno più alcun rapporto con quelle già note, anche se di esse conservano alcune caratteristiche distintive e in qualche modo sempre ben riconoscibili.
Pablo Picasso
Natura morta con sedia impagliata
Fonte. Itinerario nell'arte
G. Cricco F.P.Di Teodoro
domenica 10 aprile 2011
Trionfo della Morte
Trionfo della Morte
Ignoto Metà sec. XIV
Affresco staccato, cm. 600X642
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis
Il grande affresco si trovava originariamente nel cortile di Palazzo Sclafani, edificio trecentesco divenuto verso la metà del XV secolo, dopo il trasferimento della famiglia Sclafani in Spagna, la sede dell’Ospedale Grande e Nuovo della città di Palermo. Staccato nel 1944, a causa dei danni bellici, il dipinto pervenne a Palazzo Abatellis all’apertura della Galleria. La scena, apparentemente irreale ma con forti agganci al vero, è chiara: la morte in sella ad un cavallo scheletrito irrompe in un giardino, scagliando i suoi dardi su nobili fanciulle e giovani gaudenti; sotto di lei stanno, atterrate, le dignità del mondo. Si riconoscono infatti dei vescovi, un papa, un imperatore, un sultano, un uomo di legge quale l’allora famoso giureconsulto Bartolo da Sassoferrato, identificato dalla scritta in caratteri gotici sul libro che tiene in mano. La morte ha risparmiato la folla dei poveri cenciosi che la invoca invece come una liberazione dalle pene terrene, analogamente a quanto è rappresentato nel Trionfo del Camposanto di Pisa, opera di Francesco Traini della metà del ‘300. In secondo piano sono a destra una fontana, interpretata come simbolo di vita o di grazia, ed a sinistra un uomo con due cani, forse riferimento a San Vito, santo guaritore caratterizzato appunto da una coppia di cani. Nei due personaggi che guardano verso lo spettatore, nel gruppo dei cenciosi, sono stati riconosciuti il pittore ed il suo aiutante, con in mano la stecca ed il vasetto dei colori.
Per ragioni storiche e stilistiche, si presume che l’affresco sia stato realizzato intorno al 1440-1450, subito dopo la fondazione dell’Ospedale Grande e Nuovo. Nonostante le numerose identificazioni proposte, il suo autore rimane ancora sconosciuto; secondo una leggenda si tratterebbe di uno straniero che, guarito da una grave malattia, avrebbe realizzato l’opera in segno di ringraziamento, ma questa suggestiva ipotesi sembra da scartare alla luce del soggetto stesso del dipinto, legato al tema della vanità dei beni terreni e da collegarsi piuttosto ad una committenza da parte dei rettori dell’Ospedale. Certamente l’artista fa mostra di una cultura figurativa complessa di matrice tardo gotica, ma con riferimenti a svariati modelli che spaziano dalla miniatura all’arazzo, dalla conoscenza della pittura catalana a quella franco-borgognona.
Per ragioni storiche e stilistiche, si presume che l’affresco sia stato realizzato intorno al 1440-1450, subito dopo la fondazione dell’Ospedale Grande e Nuovo. Nonostante le numerose identificazioni proposte, il suo autore rimane ancora sconosciuto; secondo una leggenda si tratterebbe di uno straniero che, guarito da una grave malattia, avrebbe realizzato l’opera in segno di ringraziamento, ma questa suggestiva ipotesi sembra da scartare alla luce del soggetto stesso del dipinto, legato al tema della vanità dei beni terreni e da collegarsi piuttosto ad una committenza da parte dei rettori dell’Ospedale. Certamente l’artista fa mostra di una cultura figurativa complessa di matrice tardo gotica, ma con riferimenti a svariati modelli che spaziano dalla miniatura all’arazzo, dalla conoscenza della pittura catalana a quella franco-borgognona.
Testi a cura di Alessandra Merra (beni archeologici) e Valeria Sola (beni storico-artistici)
Servizio Museografico U.O. XXXI
Servizio Museografico U.O. XXXI
http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/palazzoabatellis/home.htm
The Triumph of Death
Il Trionfo della Morte è un affresco staccato conservato nella Galleria Regionale di Palazzo Abatellis.
The Triumph of Death
The great fresco was originally in the courtyard of Palazzo Sclafani. Palazzo Sclafani was built in 1330 to excel the luxurious splendour of the mansion of Manfredi Chiaromonte brother-in-law of the powerful feudal lord Matteo Sclafani Conte di Adernò.
The Trionfo was probably commissioned afterwards perhaps by noblemen from Aragona that bought the palace after the Sclafani family went bankrupt. In 1435 the palace became a hospital. The Triumph of Death, by an unknown author, was taken from Palazzo Sclafani in 1944 installed at Palazzo Abatellis in Palermo.
For reasons of history and style, it is assumed that the fresco was made around 1440-1450, shortly after the founding of the Hospital. Despite the numerous identifications proposed, its author remains unknown, according to a legend that would be a foreigner, healed from a serious illness, would have made the work as a token of thanks. Certainly the artist makes an exhibition of figurative art that take inspiration from the late Gothic, but with references to several models. The scene, seemingly unreal is clear: Death riding a skeletal horse breaks into a garden, hurling his darts on noble maidens and young revellers. It is possible to recognise the bishops, the pope, an emperor, a sultan, and a man of law. In the background there are on the right a fountain, interpreted as a symbol of life and grace, and on the left a man with two dogs, possibly referring to San Vito, holy healer characterized precisely by a couple of dogs.
sabato 9 aprile 2011
Piccolo inconveniente a Palazzo Abatellis
Musei, per Antonello da Messina c'è solo la guida in giapponese
Turisti disorientati al Palazzo Abatellis di Palermo, uno dei beni culturali più importanti della città. All'ingresso i custodi allargano le braccia, mancano le brochure con le altre lingue
Si tratta solo di un inconveniente dovuto al fatto che le attuali brochure sono vecchie e che quindi sono in esaurimento - spiega la direttrice del museo Abatellis Giovanna Cassata - non abbiamo avuto i fondi per ristamparle perché ci stiamo dedicando a un nuovo investimento: fogli illustrativi delle opere, sala per sala, sia in inglese che in italiano. Una novità assoluta che sarà disponibile già da metà marzo"
Turisti disorientati al Palazzo Abatellis di Palermo, uno dei beni culturali più importanti della città. All'ingresso i custodi allargano le braccia, mancano le brochure con le altre lingue
Si tratta solo di un inconveniente dovuto al fatto che le attuali brochure sono vecchie e che quindi sono in esaurimento - spiega la direttrice del museo Abatellis Giovanna Cassata - non abbiamo avuto i fondi per ristamparle perché ci stiamo dedicando a un nuovo investimento: fogli illustrativi delle opere, sala per sala, sia in inglese che in italiano. Una novità assoluta che sarà disponibile già da metà marzo"
Vedremo se hanno rimediato.....
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/03/01/news/musei_per_antonello_da_messina_c_solo_la_guida_in_cinese-13037186/
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/03/01/news/musei_per_antonello_da_messina_c_solo_la_guida_in_cinese-13037186/
XIII Settimana della Cultura
Ogni tanto qualche bella iniziativa coinvolge pure Palermo
Il Dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana aderisce alla XIII Settimana della Cultura, promossa dalMinistero per i Beni e le Attività Culturali.
appuntamenti in sicilia
Il Dipartimento dei Beni culturali e dell'Identità siciliana aderisce alla XIII Settimana della Cultura, promossa dalMinistero per i Beni e le Attività Culturali.
I musei, le gallerie, le aree archeologiche e le biblioteche regionali si aprono gratuitamente al pubblico, con mostre, visite guidate e conferenze.
appuntamenti in sicilia
Virgin Annunciate, Antonello da Messina
Un aiuto per la esposizione in lingua inglese dell'Annunciata
Antonello da Messina: Virgin Annunciate
Until about the end of the 1800s, it was common for any artist of consequence to paint his version of the Annunciation. That’s the moment when Mary receives the word from the angel that she will give birth to the Messiah. Often, the artist made use of the story to show off his skills in painting a ravishingly beautiful angel.
But here, Antonello has elected not to show us the angel at all. He may or may not be a physical presence in the room. It’s not really an important issue for Antonello, because it is clear that Mary is certain of God’s word to her. And Antonello doesn’t want us to be distracted by the angel’s magnificence. For him, the truly noteworthy element of the story is Mary’s implicit trust in God’s vision of her future. She can perhaps sense some of the difficulty facing her, but she almost seems to have been prepared to accept it even before the angel appeared.
Interestingly, Antonello also dispenses with the conventional practice of depicting Mary in a setting that adds to the narrative. Instead of a temple or an inner room in the background, we see nothing but a solid black. It is as if she has decided not to trust any of her earthly resources, but the word of God alone.
In her discerning but unhesitating acceptance of the angel’s message, we perceive that her concern about difficulties and uncertainties is fully compensated by her trust in the promise that is also implicit in God’s word.
Vergine Annunciata, Antonello da Messina
Visita a Palazzo Abatellis, sede della Galleria Regionale della Sicilia.
Video molto interessante fatto in occasione dell'esposizione dell' Annunciata al Museo Diocesano di Milano.
Lo consiglio soprattutto agli alunni che mi accompagneranno mercoledì a Palazzo Abatellis.
venerdì 8 aprile 2011
Per i miei alunni del corso di storia dell'arte in inglese.
Impressionism
The impressionist style of painting is characterized chiefly by concentration on the general impression produced by a scene or object and the use of unmixed primary colors and small strokes to simulate actual reflected light.
Impressionism, French Impressionnisme, a major movement, first in painting and later in music, that developed chiefly in France during the late 19th and early 20th centuries. Impressionist painting comprises the work produced between about 1867 and 1886 by a group of artists who shared a set of related approaches and techniques. The most conspicuous characteristic of Impressionism was an attempt to accurately and objectively record visual reality in terms of transient effects of light and colour. The principal Impressionist painters were Claude Monet, Pierre Auguste Renoir, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Berthe Morisot, Armand Guillaumin, and Frédéric Bazille, who worked together, influenced each other, and exhibited together independently. Edgar Degas and Paul Cézanne also painted in an Impressionist style for a time in the early 1870s. The established painter Édouard Manet, whose work in the 1860s greatly influenced Monet and others of the group, himself adopted the Impressionist approach about 1873.
The word ``impressionniste'' was printed for the first time in the Charivari on the 25 April 1874 by Louis Leroy, after Claude Monet's landscape entitled Impressions: soleil levant [Impressions]. This word was used to call Exposition des Impressionnistes an exhibit hold in the salons of the photographer Nadar and organized by the ``Société anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs'' [``Anonymous society of painters, sculptors and engravers''], composed of Pissarro, Monet, Sisley, Degas, Renoir, Cézanne, Guillaumin and Berthe Morisot.
Impression: soleil levant Claude Monet
The Founders
The founders of this society were animated by the will to break with the official art. The official theory that the color should be dropped pure on the canvas instead of getting mixed on the palette will only be respected by a few of them and only for a couple of years. In fact, the Impressionism is a lot more a state of the mind than a technique; thus artists other than painters have also been qualified of impressionists. Many of these painters ignore the law of simultaneous contrast as established by Chevreul in 1823. The expressions ``independants'' or ``open air painters'' may be more appropriate than ``impressionists'' to qualify those artists continuing a tradition inherited from Eugène Delacroix, who thought that the drawing and colors were a whole, and English landscape painters, Constable, Bonington and especially William Turner, whose first law was the observation of nature, as for landscape painters working in Barbizon and in the Fontainebleau forest.
Le ``Salon des Refusés''
These people were highly impressed by the works of Edouard Manet, and became outraged when they learned that he was refused for the 1863 Salon. The indignation was so high among the artistic population that Napoleon III allowed the opening of a ``Salon des Refusés'', where Manet, Pissarro, Jongkind, Cals, Chintreuil, Fantin-Latour, etc. showed their works. Le Déjeuner sur l'herbe provoked a great enthusiasm among the young painters, who saw represented in Manet's painting many of their concerns. They started meeting around him in the café Guerbois, 9, avenue de Clichy, and thus creating l'école des Batignolles.
Le Déjeuner sur l'herbe Edouard Manet
The 1866 Salon accepted the works of some of them: Degas, Bazille, Berthe Morisot, Sisley; Monet exposed the portrait of Camille, Pissarro, les Bords de la Marne en hiver; Manet, Cézanne, Renoir were refused, and Emile Zola wrote in l'Evenement a diatribe which made him the official upholder of those newcomers bearing an more revolutionary attitude in the conception than in the still traditional painting. The main distinction lies in the attraction for color and the liking of light; but Berthe Morisot remained faithful to Manet's teaching; Degas was mixed between his admiration of Ingres and the Italian Renaissance painters; Cézanne attempted to ``faire du Poussin sur nature''; Claude Monet himself, in la Terrasse au Havre and les Femmes au jardin (1866, Louvre, salles du Jeu de Paume), is far from announcing his future audacity.
http://www.artcyclopedia.com/history/impressionism.html
http://www.metmuseum.org/toah/hd/imml/hd_imml.htm
http://www.nga.gov/collection/gallery/gg86/gg86-main1.html
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