Con
“tendenze post-impressioniste” abbiamo indicato quegli orientamenti artistici
che si svilupparono in Francia, soprattutto nel corso dell’ultimo ventennio
dell’Ottocento, ma che ebbero importanti ripercussioni anche nel resto d’Europa
e furono fondamentali per lo sviluppo delle Avanguardie storiche e la nascita
dell’arte del Novecento.
Caratteristiche
comuni ai Post-impressionisti furono il rifiuto della semplice, o
della sola, impressione visiva e
la tendenza a cercare la solidità dell’immagine, la sicurezza del contorno, la certezza e la libertà del colore, appigli
sicuri per quei artisti che furono i protagonisti della svolta nell’arte al
tramonto del XIX secolo: Paul Cézanne, Georges Seurat, Paul Gauguin e
Vincent van Gogh.
Essi
presero le distanze dal procedere analitico con cui i loro predecessori avevano
espresso gli aspetti più effimeri della realtà e preferirono la via della sintesi e dell’antinaturalismo.
Van Gogh, Stradina a Saintes Maries, 1888. |
Un
minimo comun denominatore, che può mettere in relazione l’opera di Cézanne con
quella di Seurat o di Gauguin, è lo spostamento d’interesse dall’ottico
al concettuale: ciascuno di loro, sia pure in maniera differente,
voleva andare oltre le apparenze
naturali e ricercare gli elementi strutturali dell’immagine, quelli che
stanno appunto al di là dei fenomeni.
Cézanne, Le lac d’Annecy, 1890 |
Cézanne,
cercava di dare forma ai valori durevoli delle cose. Il modo in cui Cézanne rappresentò la realtà
evidenzia una visione prevalentemente
mentale, con risultati che possono apparire otticamente incongruenti.
Fondamentale
fu il contributo di Cézanne, che all’incorporeità e alla dissoluzione delle
forme tipiche dell’Impressionismo sostituì l’esigenza di un più solida e
rigorosa concretezza costruttiva dell’immagine.
Van Gogh, Terrazza del caffè sulla piazza del Forum, 1888. |
Per
una strada del tutto diversa anche Seurat si muoveva verso un radicale antinaturalismo.
Un
aspetto che iniziò a caratterizzare l’opera di diversi pittori fu la contaminazione di linguaggi e culture
diversi. Le incursioni degli artisti in campi “altri”, i loro “viaggi”
(leggibili anche come fughe della realtà spazio-temporale) diventarono una
fonte primaria di stimoli. Viaggi reali, come quelli che portarono Gauguin in
paesi non contaminati dalla cultura occidentale, e viaggi della mente verso
luoghi che non esistevano ma erano segnati, per dirla con Baudelaire, da un’”aria superiore” in cui purificarsi. L’importanza
di Baudelaire per gli artisti di questa generazione, un‘importanza spesso
filtrata attraverso le successive
esperienze dei poeti simbolisti e
parnassiani, fu decisiva e duratura.
Paul Gauguin, La Orana Maria, 1891-92 |
Fonti:
Le basi dell’arte, Dal Neoclassicismo a oggi, Elena
Demartini, Chiara Gatti, Lavinia Tonetti, Elisabetta P. Villa.
Itinerario nell’arte. Versione gialla compatta
multimediale. Dal Barocco al Postimpressionismo. Giorgio Cricco, Francesco Di
Teodoro.
Storia dell’arte, L’Ottocento, Gillo Dorfles,
Francesco Laurocci, Angela Vettese.
Moduli di Arte, Dal Neoclassicismo alle avanguardie,
Electa, Bruno Mondadori.
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